Piazza del Popolo

Descrizione

La bellezza della piazza, la rende una delle più suggestive d’Italia.

In essa domina la pietra locale, quel travertino dal colore bianco che il tempo rende unico. E così, l’imponente facciata del Palazzo dei Capitani, mostra il meglio di sé di fianco all’ingentilito Caffè Meletti, tutto ornato e splendente. Questa piazza è un gioco di rimandi, da un secolo all’altro, da una storia all’altra, basta soffermarsi sulle bifore, su una targa murata che conserva una scritta. Entri in piazza e gli dai del tu, ti giri e rigiri, ti guardi intorno, curioso e rapito, fino a che capisci che le proporzioni, gli sfondi, le aperture, gli scorci, sono lì per te e tu per loro, così per un istante il tempo non è più tempo, ma qualcosa di simile ad un abbraccio.

Storico centro cittadino, luogo d’incontro e vezzi, Piazza del Popolo deve la sua attuale omogeneità architettonica ad un lungimirante ed unitario progetto di risistemazione dello spazio attuato nel  cinquecento, il secolo delle divine proporzioni che si sostituì ad un preesistente disuniforme agglomerato di casupole e botteghe artigiane.

 

La bellezza suggestiva della piazza ha nel tempo fatto da scenografia a scene di importanti film. Negli anni Cinquanta il regista Citto Maselli  gira “I Delfini”, 20 anni dopo Pietro Germi gira “Alfredo Alfredo” con un giovane Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli, a metà anni ’80 il regista ascolano Giuseppe Piccioni gira “Il Grande Black”.

Istituzione e salotto delle idee, per anni fu sede del “Senato”, sodalizio dei notabili della città. Rara espressione del Liberty nelle Marche, con decorazioni floreali e arredi originali perfetti. Re Vittorio Emanuele fece visita nel 1908 e 1910 per acquistare l’Anisetta Meletti e lo decretò “Fornitore della Real Casa”.
Ubicato nella centralissima piazza del Popolo, accanto al Palazzo dei Capitani, è stato inaugurato la sera del 18 maggio 1907 per volontà di Silvio Meletti, l’industriale di liquori noto per la produzione dell’Anisetta Meletti, che due anni prima aveva rilevato la palazzina realizzata tra il 1881 e il 1884 per ospitare gli uffici della Posta e del Telegrafo.
Nel tempo della sua vita il Caffè ha conosciuto e annoverato illustri frequentatori: Mario Del Monaco, Beniamino Gigli, Pietro Mascagni, Ernest Hemingway, Renato Guttuso, Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Mario Soldati, e politici di levatura nazionale come Sandro Pertini e Giuseppe Saragat.
La particolarità dello storico locale ascolano è l’assaggio dell’“anisetta con la mosca” ossia del liquore cui si aggiunge dentro il bicchiere un chicco di caffè. Si ricorda la definizione del Trilussa quando scrisse: «Quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti». L’anisetta è un liquore a base di anice lavorato secondo la ricetta di casa Meletti, perfezionata nel 1870 da Silvio Meletti.

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